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Patrimonio culturale del Corleonese

I paesi che gravitano intorno a Corleone formano “un’isola nell’isola”: Una Sicilia interna, rurale, un territorio montagnoso di insediamenti di ritrazione, di difesa, che possono dirsi di tipo medievale, ma che sono anche di suggestione memoriale da parte di coloni, di immigrati, che vanno dagli arcaici Elimi, ai Musulmani, ai Lombardi, Tedeschi, Ebrei, Greco-Albanesi. Un crogiolo, un punto di convergenza di varie civiltà, una dimora vitale in cui sono fiorite e da cui sono partite straordinarie personalità»
Soggiorni più o meno lunghi di popoli che hanno lasciato il segno della loro civiltà attraverso le loro culture, le loro usanze, i loro insediamenti abitativi e produttivi, le loro religioni e luoghi di culto, le loro tecniche produttive e professioni; testimoni di ciò sono le tradizioni popolari, le credenze e il folklore; chiese, conventi e monasteri le cui maggiori testimonianze si hanno per esempio nel: Santuario di Rifesi a Palazzo Adriano, in quello di S. Maria del Bosco a Contessa Entellina, nella Madonna del Balzo di Bisacquino, nel Santuario di Tagliavia a Corleone, nel Collegio di Chiusa Sclafani, nella Chiesa della Bammina a Sambuca di Sicilia, e in quella di S. Giuseppe di Menfi.
Un vasto patrimonio architettonico che comprende il Palazzo Filangeri Cutò a Santa Margherita di Belìce, quelli Ravidà e Pignatelli a Menfi, e ancora Palazzo Bonfiglio a Chiusa Sclafani, Palazzo Beccatelli a Sambuca di Sicilia, Palazzo della Commenda a Prizzi, Palazzo Dara di Palazzo Adriano, e il Palazzo nella tenuta di caccia di Re Ferdinando III di Borbone sito a Ficuzza; opere d’arte e tessuto urbano ben conservato; masserie, come per esempio quelle di Rubina e Petrulla di Corleone e il mulino Vaccarizzotto di Bisacquino, borghi rurali; reperti di archeologia industriale e insediamenti archeologici come per esempio quelli: dell’antica città elima di Entella o del Monte Adranone risalente all’VIII sec. a. C.
Vestigia dei numerosi passaggi dei popoli, sono infine le rovine dei diversi castelli che si trovano disseminati lungo tutto il territorio tra i quali spicca per importanza e imponenza il castello di Federico II che si erge sulla sommità del paese di Giuliana, ma anche il Castello Soprano e quello Sottano.

 

Paesaggio del Corleonese


Esiste una Sicilia che pochi conoscono davvero, anche se alcune sue immagini stereotipate sono negli occhi di tutti perché diffuse con una certa "voracità" dai mass-media: è la Sicilia agreste, dedita al lavoro dei campi, alla pastorizia e alla pesca, è la Sicilia dei grandi spazi e dai colori pastello, è la Sicilia delle tradizioni antiche che, anche per il suo isolamento territoriale rispetto alle più importanti direttrici di traffico (anche turistico), ancora oggi è riuscita a conservare caratteristiche antropologiche peculiari, del tutto scomparse ormai nelle grandi città, da tempo avvezze al turismo e in alcuni casi sconvolte urbanisticamente e socialmente proprio da questo.
Di questa Sicilia agreste vi è in particolare una zona, la zona del corleonese, che rappresenta l’emblema stesso della "sicilianità" conosciuta in tutto il mondo, quella "sicilianità" di cui quest’isola così altera e nobile avrebbe fatto molto volentieri a meno - la mafia, la violenza, l'omertà, ecc. - cose di cui solo da qualche anno, a fatica ma con grande forza di volontà soprattutto delle nuove generazioni, è riuscita a scrollarsi di dosso, dando una visione del tutto nuova e diversa di se stessa.
Le terre Sicane e le terre del Sosio si fondono insieme dando vita ad un paesaggio tra i più sorprendenti della nostra Sicilia. Quest’area della Sicilia presenta un paesaggio variegato: monti, altopiani e colline dai dorsi dolci e levigati si snodano verso una variegata fascia costiera, a tratti piana e sabbiosa, a tratti frastagliata e selvaggia
E’ un territorio caratterizzato dalla costante morfologia dei terreni, ora aridi, ora feraci, da luoghi incontaminati e da paesaggi che si rinnovano costantemente.
Le aree boschive sono caratterizzate dalla presenza di essenze conifere quali il pino, il cipresso e l’eucalipto e da un sottobosco formato, prevalentemente, da leccio, roverella e palma nana.
Nei costoni rocciosi e nei terrazzi calcarinitici si sviluppano alcune specie endemiche come il cappero, la saggina, la ginestra e l’asparago selvatico.
Nel sottobosco conigli selvatici, volpi, lepri, istrici e donnole trovano un habitat adatto alla loro crescita e riproduzione, salvaguardata, altresì, dal divieto di caccia che interessa entrambe le aree boschive. I boschi sono, inoltre, popolati da rapaci di piccola taglia, da corvi, da beccacce, allodole, tordi e poiane. Ed è proprio nel territorio di Corleone che si trova la più estesa foresta demaniale della Sicilia occidentale, il bosco della Ficuzza, tenuta di caccia di Re Ferdinando III di Borbone. La sua vegetazione, caratterizzata da cipressi, roverella, eucaliptus, cerro, frassino,aceri, lecci, olmi, pioppi, robinia e sugheri, si estende ai piedi della Rocca Busambra, imponente parete rocciosa. Nel bosco si trovano anche alcune specie faunistiche piuttosto rare in Sicilia, come il falco pellegrino, l'aquila ed il nibbio reale.
Altra risorsa naturalistica degna di rilievo è la Rocca d' Entella, una cima rocciosa che permette di ammirare la valle del Belìce sinistro e che si trova nei dintorni del paese di Contessa Entellina. Si tratta di una cavità inserita in costone di notevole dimensione. La sua apertura si trova alla base di una parete rocciosa che costituisce luogo di sosta e di nidificazione per molte specie di uccelli, in particolare rapaci, come la Poiana, il Gheppio, il Falco pellegrino, il Grillaio etc. Non è facile individuare l’ingresso della grotta perché risulta ben mimetizzato con l’ambiente ricco di una folta e rigogliosa vegetazione a macchia in cui sono presenti animali tipici come piccoli uccelli canori, conigli, volpi, istrici, etc. Tra i territori di Contessa Entellina, Giuliana e Sambuca di Sicilia si snoda la riserva naturale di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, un fitto bosco di Rovelle e Leccio. Nelle zone più aperte si trovano arbusti come: rose canine, rovi, prunus selvatico, euforfia, perastro. Altri importanti siti naturalistici sono i Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio che si estendono tra i territori di Palazzo Adriano e Chiusa Sclafani, dove il paesaggio vegetale della vallata è costituito da estesi boschi soprattutto di lecci, rovelle e corbezzoli, sotto ai quali spesso è presente un fitto sottobosco di erica, rovo, felce aquilina.La valle si trova lungo il percorso seguito da varie specie di uccelli migratori, nibbi, pecchiaioli, e vari falconidi, tra cui il gheppio, lanario, lodolaio. Nel territorio di Prizzi si trovano invece i Monti Carcaci, la vegetazione presente è quella tipica della macchia mediterranea, la presenza di querceti misti a caducifogli e quella dei querceti sempre verdi è spesso connessa a situazioni di microclima locale determinato da opportune condizioni pedo-orografiche.
 

Cenni storici su Corleone


Da fonte araba apprendiamo l’esistenza e il nome del castrum Qurilyun verso l’840, e può dedursi che esso risalga ai Bizantini. Ruggero II fin dal 1079 ne fece un centro strategico. Nel 1177-1184 Guglielmo la donò al nuovo vescovado di Monreale. Tornata al demanio regio dopo la rivolta del 1208, Federico II la concedette nel 1237 a Oddone di Camerana e ai Lombardi venuti a fondare una nuova colonia. Da allora una grande attività agricola si sviluppò in quel territorio. Scoppiata la rivoluzione del Vespro, Corleone fu la prima ad allearsi con Palermo. Decadde però nei secoli XIV e XV per il malgoverno aragonese. Re Alfonso la vendette nel 1437 a Federico Ventimiglia, dal quale essa si riscattò nel 1447.
Tra il XV ed il XVI secolo si notano un certo incremento demografico e l'inserimento di vari ordini religiosi, eventi che cambiano decisamente la struttura del paese.
Filippo IV vendette due volte la città, nel 1626 e nel 1651 e due volte il consiglio civico ricomprò le sue franchigie.
La sua struttura urbana prevedeva una cinta muraria - oggi inesistente - che collegava il Castello Soprano e quello Sottano. Corleone ha spesso cambiato forma a causa di alcune rovinose frane che, unite a delle frequenti alluvioni, hanno danneggiato vari quartieri cittadini.
Culturalmente ed artisticamente la citta' vanta un grosso bagaglio. Tra i primi esempi delle attrattive cittadine citiamo i resti di una torre d'avvistamento edificata tra l'undicesimo ed il dodicesimo secolo. Essa e' ricordata con l'appellativo di "Saracena" ed offre la possibilita' di ammirare la "Cascata delle due Rocche", il salto effettuato dal torrente Corleone.
Il Castello Sottano, invece, si presenta meglio conservato rispetto al precedente, e attualmente ospita un eremo francescano.
La Chiesa Madre cittadina e' dedicata a San Martino Vescovo e la sua costruzione risale alla fine del 1300. Il suo attuale stato e' frutto di varie fasi di ristrutturazione ed ampliamento. Essa si presenta con la sua struttura interna divisa in tre navate suddivise ulteriormente in varie cappelle. In ognuna di queste ultime si trovano delle opere d'arte tra le quali citiamo la seicentesca statua lignea raffigurante S. Filippo d'Agira, la cinquecentesca statua raffigurante San Biagio, la cinquecentesca formella marmorea dedicata al Battesimo di Gesu'.
Tra le altre Chiese cittadine citiamo quella intitolata al patrono cittadino, l'abate basiliano San Leoluca, la settecentesca Chiesa dell'Addolorata, la seicentesca Chiesa dedicata a S. Rosalia e la Chiesetta dedicata a S. Andrea - dall'interessante volta affrescata e contenente varie opere d'arte come la tela raffigurante il Crocifisso e Santi.
Da citare, infine, il Santuario della Madonna del Rosario di Tagliavia, edificio sacro d'origine ottocentesca e meta di numerosi pellegrinaggi il giorno dell'Ascensione.
Corleone si trova nelle vicinanze di uno dei boschi piu' ricchi ed affascinanti della Sicilia, il Bosco della Ficuzza, un'oasi verde dall'estensione notevole creata verso la fine del 1700 da Ferdinando di Borbone attraverso l'unificazione di alcuni feudi e con lo scopo di creare una riserva per praticare la caccia. La varieta' della vegetazione e' notevole e comprende varie specie di querce, frassini, sughere ed aceri, cosi' come la varieta' faunistica costituita da alcuni mammiferi di piccola taglia, varie specie di uccelli e cinghiali. Anche le costruzioni presenti sono interessanti, a partire dalla Palazzina Reale.

 

 

     
 
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